L'improvvisazione è qualcosa di assolutamente personale e fortemente interiore. Ma come tutte le discipline ha le sue regole
Per adesso dimentica tutte le velleità creative e studia:
- scale; ne hai per anni: maggiori, minori melodiche (bachiana) e armoniche e tutti i modi da loro derivati. E poi esatonali, diminuite, bebop, blues, pentatoniche (dimenticavo ... in tutte le tonalità!)
- Accordi: devi essere in grado di suonarli tutti, dalle triadi a quelli più complessi, in posizione fondamentale e in tutti i rivolti.
- Ascolta i grandi improvvisatori (nel jazz hai cento anni di musica e stili da esplorare) da Louis Armstrong a Brad Mehldau.
- Studia i "patterns" (frasi "già fatte", spesso da musicisti famosi) in tutte le tonalità. Non saranno il massimo dell'originalità ma non fanno male. E poi sviluppano l'orecchio per la trasposizione.
- Il jazz è un linguaggio e, come tutte le lingue, ha una sua pronuncia. Ascolta e trascrivi i grandi assoli (un suggerimento? comincia con questo: http://www.youtube.com/watch?v=4xQE47HYbeM). Facendolo imparerai a pronunciare come loro.
- Prendi uno standard famoso e analizza (a tavolino) i collegamenti armonici degli accordi, scegli quali scale suonare e come collegarle tra loro. Quindi vai al pianoforte e prova a suonarlo, magari con una base (Aebersold ha fatto una collana di basi proprio per lo studio del jazz http://www.jazzbooks.com/)
- Suona sui dischi, insieme a Mingus, Coltrane, Davis, ecc.
- Prova a suonare con altri, magari coetanei, magari partendo dalle forme più semplici (tipo il blues). Le prime volte è un gran casino ma: sei in una sala prove e non ti sente nessuno, di sicuro t'ammazzi dalle risate!
Poi ricordati: i grandi improvvisatori conoscono perfettamente tutto ciò che ti ho scritto (e anche di più) ma quando improvvisano non pensano davvero a tutto questo. Per loro questa è scuola, un linguaggio già acquisito. Ricordati che l'improvvisatore è un compositore estemporaneo ... con tutti i rischi "dell'immediato": alle volte va bene, alle volte (ahimè) no!
Di lavoro insomma ce n'è da fare ma, ti assicuro, ne vale la pena.
Ti suggerisco un paio di metodi:
Mark Levine "Jazz Theory" (anche in Italiano, ed Curci)
Jerry Cocker "Patterns for jazz"
Soprattutto considera l'eventualità di rivolgerti a un bravo maestro: saprà sicuramente indirizzare le tue energie al meglio.
In bocca al lupo!