Ciao Leo M,
certamente che mi piace il Jazz, ma non solo; a me piace la musica a 360°, ...non so se mi spiego. Sono convinto che dovremmo un po' rivedere il nostro, passato ed attuale, concetto di Jazz, perché, secondo me, non è corretto collocarlo nell'ambiente storico e nell'epoca, finora ritenuti più idonei ed ufficiali, e non è corretto restringerlo in un territorio, che, per quanto vasto possa essere, è pur sempre "limitato". Mi rendo conto che, molto probabilmente, farò drizzare i capelli a tanti cultori del Jazz, in questo momento, ma, sono assolutamente convinto di quello che sto dicendo; se noi consideriamo Jazz, non uno stile o un genere musicale, ma, un modo di vivere, di pensare e di agire, dobbiamo annoverare molti musicisti del passato tra coloro che hanno, consapevolmente o meno, fatto del Jazz. Faccio qualche esempio: immaginiamo per un momento di incontrare il grande F.Chopin, e di trascorre un po' di tempo insieme a lui (una giornata, due o tre...; ognuno faccia come preferisce!). Dovremo pure trovarci a parlare di musica, prima o poi, con un personaggio del genere! E, come potrebbe parlare di musica uno come Chopin, senza mettersi al pianoforte e senza suonare nemmeno una nota?! Non è possibile... Sono arci-stra-convinto che, nel trovarmi a scambiare due chiacchiere sulla musica, con Fryderyk Franciszek Chopin, egli lo farebbe sedendosi davanti al suo pianoforte, e sono super-arci-stra-convinto che, trovandosi in una tale posizione, non riuscirebbe proprio a stare fermo con le mani, mettendosi a suonare qualcosa, anche di "improvvisato", cioè, qualcosa di inventato o creato al momento, tanto per intenderci. Qualcuno, compreso lo stesso Chopin in persona, potrebbe anche dissentire dalla mia opinione, ma io non ci trovo nulla di male nell'affermare che, proprio mentre mi sta facendo ascoltare qualcosa di improvvisato, egli sta facendo del Jazz! E sono altrettanto convinto che, molte composizioni del passato, delle quali noi conserviamo una "fotografia" (mi riferisco allo spartito), siano nate spontaneamente, suonate tutte di fila dallo stesso compositore che poi le ha trascritte sul pentagramma; mi riesce difficile, tanto per tornare a Chopin, immaginarlo mentre compone e che suona poche note, poi si ferma e le scrive, poi riprende a suonare una battuta o due, si ferma di nuovo e le scrive, e così via... No, non ci credo! Sono sicuro che le sue musiche più belle siano uscite spontaneamente tutte intere dalla sua mente e dalle sue dita, e penso: "Quanto sarebbe bello averlo sentito suonare in quel preciso istante!!!" Chi ha avuto il privilegio di ascoltarlo, sicuramente ha ricevuto un dono assai prezioso, e, forse anche questa persona un po' se ne rendeva conto...
Lo stesso esempio potrei farlo con Franz Liszt, il quale, tra l'altro era amico di Chopin, e i due si incontravano a volte scambiandosi le loro esperienze musicali. Se poi andiamo a vedere da vicino un altro musicista e compositore tra i più grandi della storia, quale è stato W.A.Mozart, conoscendolo un po', come si può pensare che non fosse capace di improvvisare nulla?! Proprio lui, il quale era in grado di tenere a memoria un intero concerto ascoltato una sola volta, e di suonarlo e trascriverlo nota per nota tutto intero? Te lo immagini mentre componeva, a suonare due note, fermarsi un momento a scriverle, poi suonare altre due o tre note, fermarsi di nuovo e così via? Beh, io non riesco ad immaginare nemmeno Mozart in tali condizioni; non è possibile! Ecco perché, prima dicevo che dovremmo rivedere il nostro concetto di Jazz. Ma andiamo pure ancora più indietro nel tempo, cioè andiamo a trovare il Sig. J.S.Bach, colui che ha rivoluzionato la musica, inventandosi di sana pianta un sacco di combinazioni armoniche che fino ad allora erano impensabili, e non solo... Allora, perché non apriamo la nostra mente e non cerchiamo di togliere tutti quei paletti che sono stati applicati alla musica in generale e di conseguenza anche al Jazz, e non diciamo invece che esso non è strettamente quello che è stato ritenuto finora da molti, bensì, molto di più. E dobbiamo pure convenire che, quello che è successo con i grandi compositori ed interpreti dei secoli scorsi, è accaduto anche in ciò che è ritenuto tuttora "il campo del Jazz"; intendo dire che, quando noi ascoltiamo un brano "Jazz" dal disco, quindi ...registrato, ovviamente perde molto delle caratteristiche proprie allo stile in cui noi stessi lo collochiamo e diventa allora altra cosa rispetto al Jazz, esattamente quello che succede ascoltando un "Improvviso" di Chopin, o una "Fuga" di Bach, o un "Concerto" di Mozart, sia dal disco che, in questo caso, anche dal vivo. Ho conosciuto ed ascoltato personalmente dal vivo alcuni musicisti considerati tra i più bravi nel campo del "Free Jazz", per esempio, che, a mio avviso si sono fabbricati un modello standardizzato nell'improvvisazione, a tal punto che mi viene difficile credere che si tratti esattamente di "Free Jazz". In questo caso ci sono solamente due possibilità; o la definizione dello stile è troppo esagerata, oppure il modo di suonare non è all'altezza della definizione stessa. Infatti, alcuni musicisti, che in un primo momento furono i fautori del "Free Jazz", poi, essendosi accorti di questo "limite", hanno ripreso a fare dell'altro. In sostanza, a rigor di logica, sembrerebbe che fosse stata un po' troppo azzardata l'idea di inventarsi il cosiddetto "Free Jazz", anche perché, se il Jazz non fosse Free già di per sè stesso, allora non potrebbe essere definito neppure "Jazz" in quanto tale! Praticamente c'è un termine di troppo nel "Free Jazz", che poi andando ad osservare bene, non è proprio così "Free" come si vorrebe far credere. Mi fermo qui, altrimenti non so quanto lungo verrebbe fuori questo mio papiro. Grazie per la tua domanda, molto interessante e stimolante. Ti saluto cordialmente.
Ciao!